Indice
Europa
Guido Monaco
Cimabue
Cosa c’è dietro le colonne d’Ercole?
Giovanni Pico “della Mirandola”
Abu I . Walid Muhammad ibn
L'Umanesimo
Marsilio Ficino
Ipazia
Tutte le pagine

 

 

Cimabue ( Cenni di Pepo)

Cenni di Pepo è il vero nome del pittore fiorentino universalmente oggi conosciuto come Cimabue.
E’ nato a Firenze nel 1240.
Quasi nulla si conosce della sua giovinezza. Si inizia a parlare di lui per l’abilità e le particolari doti innate, durante la sua formazione, avvenuta in botteghe legate al classicismo bizantino. La forte influenza esercitata dalal Roma dei Papi continuava in quel periodo ad essere arbitra, se non unica interprete, dei modi e delle maniere utili alla celebrazioni della cristianità, anche se, con Federo II e gli altri sovrani, la lotta per il predominio fra tiara e corona, aveva continuato senza esclusione di colpi, e Firenze, città ricca e potente, risentiva di quella atmosfera.
Cimabue si fece conoscere per l’abilità, particolare, di saper imprimere nei suoi lavori particolari del mondo reale, non solo nella raffigurazione dei personaggi minori, santi, martiri, sacerdoti e dignitari, no, egli volle e seppe rappresentare anche la “personificazione” del Figlio e dello Spirito santo, nonché del Signore Iddio.
Ad Arezzo, nutrite folle di turisti, ammirano da secoli il dipinto del Crocefisso. I particolari anatomici, la muscolatura, la proporzione delle misure, le espressioni del corpo, sofferente, dell’uomo, inchiodato sulla croce….. danno una drammaticità alla visone del superbo dipinto molto terrena, senza nulla togliere alal sacralità ed alla devozione, che tuttora traspare, da quel capolavoro, di carattere universale.
Attorno al 1270 Cimabue dipinse “La maestà”, che oggi si trova esposta al Louvre; nel dipinto impegna tutto il suo estro creativo, rappresentando la Madonna con tutte le sue carnali attitudini femminili, ancorché ricolme della Grazia, in quanto appare più che sospesa, anzi, seduta sul trono, avvolta in una tunica a pieghe sottili.
Nella Basilica di Assisi Cimabue dipinse, era il 1280, gli affreschi delle volte e delle sotto volte, oltre al coro. Gli evangelisti, storie della Vergine, scene dell’apocalisse, giudizio e crocifissione di Gesù, Storie di san Pietro, sono i titoli delle opere che si possono ammirare nella Basilica.
Questi capolavori, dipinti assieme all’affresco di San Francesco e gli Angeli, che si trova nella Cappella Inferiore, colpiscono da secoli le folle dei fedeli in preghiera, certamente per la sacralità degli eventi e per le esigenze dettate dalla fede, ma pure per l’aspetto umano e tipicamente corporale delle figure.
E’ dunque grande merito di questo artista l’aver saputo dare ai personaggi rappresentati, una intensa forza espressiva, pregna di valore drammatico e fisico, concetto completamente nuovo, e pure azzardato, in quei tempi.
I colori, le proporzioni, gli atteggiamenti, i particolari anatomici, come il rilievo delle vene sulla pelle o la muscolatura maschile. Hanno reso Cimabue un precursore, capace di saper esprimersi e di rappresentare toni della pittura, non soltanto catartici.
Altro capolavoro lasciatoci da Cimabue è “La Santa Trinità”, che può oggi essere ammirata a Firenze. Altre opere si trovano conservate a Bologna e a Pisa.
Cimabue morì a Pisa, nel 1302.